Sta ad indicare, semplicemente (anche se è più facile a dirsi che non a farsi) l’andare con le proprie palle sempre vicini al pallino. Punteggi. Il biliardo è uno sport dove conta la testa e quando la calma la si perde si fa la figura degli sclerotici, come ridere. E tutta la terminologia di un tempo (vedi lo speciale “Amarcord”) è rimasta sulla bocca di molti, quasi a perenne ricordo di quando si era più giovani (e di quando il proprio bocciatore, non in serata, bocciava anche 20/25 pallini prima di riuscire a farlo transitare su quei diabolici birillini…), SPONDA LUNGA, SPONDA CORTA – Denominazioni ufficiali delle due coppie di sponde che racchiudono il malefico panno verde. La folla comporta punti bevuti (ricordiamo che nella goriziana, come nel biliardo normale, i punti bevuti non si scalano ai propri, ma si regalano all’avversario, felice)…, Il trascorrere del tempo, si sa, ammanta tutte le cose di quell’aura mitica che le rende “indimenticabili”, “uniche”, “irripetibili”. Per i più nostalgici, invito subito a consultare lo speciale “Amarcord”: non vi siete, infatti, dimenticati che una volta, in campionato, i punti si segnavano nel vero senso della parola, sui referti, vero? Questo individuo si presentava con capello lungo e stivaloni da cow-boy in punta (mancava solo lo sperone incorporato), e già era tutto un programma. Fino al 1994 o giù di lì, infatti, il biliardo si giocava nei “biliardi con le buche”, ossia dotati di quattro buche agli angoli e due agli estremi della linea di mezzeria. Diversa, anche se sempre bocciata, è la rimessa, che si effettua nel bel mezzo di una data (sia per acchito che per rimessa vi invito a consultare le rispettive voci). Ecco, in questa tipica frase detta da un giocatore in ansia al proprio compagno indeciso sul tipo di calcio da effettuare, è una delle differenze tra un colpo dato di striscio e uno dato di braccio. Ce n’è tanti, di stronzi, fuori e dentro il campo. Le foto del matrimonio di Ali Yağcı, Osman della serie turca Daydreamer, Antonella Elia e Pietro Delle Piane si sono lasciati: “Questa volta è finita per sempre”. PORTARE GIÙ – Atto opposto, con palla e pallino spinti sotto la riga di mezzeria. Non hanno ancora inventato, infatti, un guantino per tenere ferma la mano in tremolante attesa di bocciare…. Ma anche una palla bruciata dicono che è “fumata” (e già qui è tutto più chiaro): ma da quelle parti si fuma proprio di tutto! Ovviamente, domino e boccio sempre io. Certo, capita di giocare a volte in certe scaffe che non sono buone neanche da lavarci i panni, ma il biliardo è uguale per tutti, belli e brutti. CANDELA STERZATA – Parente povera, ma più usata, della candela, è l’applicazione più tipica della palla di taglio, tanto da risultarne quasi un sinonimo. E invece sì: 16 di traverso, 78-80, partita persa. Si commina al giocatore scorretto. Anzi, come direbbe lui, “impresindibile”.   La regola dice che chi ha la palla di vantaggio deve curare il punto per cercare di bocciare; ma sapete quante volte la si perde, al nostro livello, la palla di vantaggio? Una buona coppia a biliardo è come una buona coppia nella vita: uno comanda il gioco, e l’altro si adegua. Col pensiero, oppure con un mugolio tipo maniaco sessuale, aggrappandosi alle sponde del biliardo. traduzione di dans un film nel dizionario Francese - Italiano, consulta anche 'film policier',film d'animation',film muet/parlant',musique de film', esempi, coniugazione, pronuncia Macchè “infine”: in C di robe per fare dei punti e dei danni se ne vedono a bizzeffe…  Â. PRENDERE SU UNO, DUE – Scelta da sparagnini del biliardo. Un cicciotto nelle mani di uno scarpone, invece (e in C ci sono tanti fanciulli che dei ciccottari hanno solo il nome…), può essere un boomerang micidiale: rimpalli, biciclette, scagliate e bevute, quando il gioco si fa duro, sono all’ordine del giorno. LISCIA – Classica palla di scarso profitto, data con l’intenzione di colpire qualcosa e invece persasi via “liscia come l’olio”. In teoria, molto in teoria, chi gioca “punto e battuta” dovrebbe essere un po’ meno strapazzone dei tiratori, ossia di quelli che basta che vedano due palle sul biliardo ed iniziano a tirare a tutto spiano. Si vedano le voci corrispondenti “palla corta, palla lunga” e si cerchi di dare la giusta forza alle palle, per piacere! Oggi, piuttosto, striscini, calci e similari… E la palla che, beffarda, lenta lenta si avvicinava alla BUCA e ci finiva dentro, rendendo inutile magari una bella bocciata? Il che vuol dire essere arrivati molto, ma molto vicini alla vittoria, diciamo dai -10 in su. Vi sono, in serie C, casi rari di squadre che si presentano in grosso anticipo a provare i biliardi; vi sono casi frequentissimi di giocatori che provano per decine di minuti un biliardo, pensando di fregare tutti, e poi appena iniziata la partita danno una serie di pallacce ignobili…, NON ESSERE SUL BILIARDO, NON STARE SUL BILIARDO – Strana ed equivoca espressione indicante uno stato di apatia nella carriera o semplicemente nella serata di un giocatore, quando o ci si è allenati poco oppure si hanno altri pensieri per la testa. Talmente famoso che per rispetto, mentre tutte le altre espressioni che trovate nel dizionario vengono tranquillamente pronunciate in dialetto, il “calcio” è spesso “calcio” anche in dialetto. SCAFFA e VASCA (vedi “Isobar” di Borgo Paglia…) sono le più classiche definizioni di biliardi di qualità infima, la “summa” di tutti i possibili difetti che possa presentare un biliardo; quelli, per intenderci, dove prima di dare una palla è obbligatorio farsi il segno della croce: qui la palla, infatti, non scivola, ma sembra che abbia le gambe…, DARE LA COLPA AL BILIARDO – Classica bassezza dei giocatori di bassa lega. PALLINO (2) - Curiosità. Sapete qual è il problema? L. esprime [...] come assol. Le bocciate, quel tempo tutte di braccio, erano classiche, non c’era “ritorno”. Come? Otto-ball Quando si parla tra compagni di coppia è talmente chiaro di cosa si sta parlando che il riferirsi alla sponda lunga piuttosto che a quella corta è superfluo. I COLPI (O TIRI) DI PRIMA sono anche detti DIRETTI; i redditizi COLPI (O TIRI) DI SECONDA sono anche chiamati INDIRETTI oppure DI RIMESSA. Ancora meglio per una seconda o un calcio con punti: “Vai!” + nome, “Grande!” + nome, “Braccino!”,  “Talento!” In C è, infine, rarissimo riuscire a strappare l’applauso, mentre in Eccellenza anche la minima cagata viene salutata con applausi a scena aperta. Un pallino preso pieno si dice anche che si colpisce “in testa”. A dire il vero, in C ognuno è conscio che i miracoli sono rari, perciò il significato è quasi ristretto alle bocciate quando servono dal filotto in giù. GIOCO SU, GIOCO ALTO – Dicesi quando il pallino rimane nella metà superiore del biliardo, ed è lì che ovviamente va diretta la propria biglia. Nel primo caso le palle si “danno” con le mani, nel secondo si colpiscono con la stecca (a questo punto, è assolutamente obbligatorio per chi legge andarsi a togliere ogni dubbio sullo stato mentale di chi scrive: vi prego, andate sotto a controllare cosa sono le “palle”...) Nel frattempo, scordatevi la stecca e tutte le sue innumerevoli, borghesucce specialità: qui si parla del vecchio, proletario, povero, difficilissimo biliardo a boccette! Un invito a provare a giocare, una volta: già alla prima partita capirete che differenza c’è tra dare una palla da fuori e darla da dentro (fermo restando che, in molti biliardi, certe palle “da dentro non vengono”...), ACCOSTO – Voce dotta (cara al Presidente Loris De Cesari, ma a parte da lui, usata da nessuno) che sta semplicemente ad indicare l’ ”andare a punto” (usata da tutti). PUNTO STRETTO, PUNTO LARGO – È incredibile ma, dopo che per secoli milioni di matematici si sono scervellati per trovare delle dimensioni al punto, va detto che nel biliardo il punto…ha la sua “dimensione” ben precisa! Il fastidio che procura un mezzo, ad ogni modo, è prima di tutto commisurato al punto della partita in cui avviene: provate a fare un mezzo di bocciata quando bocciate a 68 e vi manca un birillo… Il mio nervosismo sta salendo a livelli pericolosi. Fare un seghetto può capitare, ma è buona educazione scusarsi con l’avversario, anche solo con un cenno. Il modo di provare è personalissimo: c’è chi prova una volta un po’ tutte le palle, c’è chi predilige il punto (“hai visto come stringe?” ci si dice tra compagni di coppia, ed è molto probabile che il biliardo non stringa affatto…), chi tira dei siluri a sette sponde per capire (…) se il biliardo stringe o no, chi prova i calci di braccio. LIMARE AL PUNTO, PITTURARE, MANGIARSI IL PALLINO, STRINGERE A PUNTO – Qualità supreme nel giocare all’accosto e caratteristiche tipiche del giocatore “punto e battuta”. Se lo spazio è sufficiente (si dice anche, oddio, che “il buco è sufficientemente largo”…) e nei punti si è abbastanza avanti, si può provare a “mettere due o tre palle”, gli “otto di colore” addirittura. “Fare partita” vuol dire “vincere”, e su questo ci siamo. Sinonimi sono “bersi la casa” e le aeroportuali imbarcarsi”, “prendere l’imbarcadero”,” your boarding card, please!”, BERE COME UN CANARINO – Bere parsimoniosamente, usato in partite di prova (guai a usarlo in gara, dove certe cose è meglio tenersele per sé…) sia in senso risentito (quando il proprio avversario beve 2 o 4 punti e ne avrebbe dovuti bere almeno 16) sia in tono canzonatorio (quando il 16 l’avversario-amico l’ha bevuto sul serio…), ACCHITO – Prima giocata dell’intera partita. Quindi si dirà: “bianche!” o “rosse!” oppure qualcosa che non andrà molto lontano dal “prendo le bianche” o “prendo le rosse”. Io, già coi maroni girati male, provo i miei quattro minuti e, senza che nessuno mi dica niente, lascio libero il biliardo al mio avversario, allo Scorretto. Innumerevoli le frasi che accompagnano una palla larga o corta; una per tutte: “T’è strét? Fare harakiri, insomma. Avete capito, no? Ecco, questo non c’entra un bel niente con l’essere grassi durante una partita. Tranquilli, tranquilli: state giocando in C…, AVERE DUE, TRE PALLE IN MANO – Simpatica espressione del gioco del biliardo, equivoca quanto positiva. Di braccio si effettuano quasi tutti i colpi violenti del biliardo, dalla “rimessa” e lo “slargare” alla “seconda"; si può andare a punto a due sponde, di braccio (quando di striscio “non viene”), mentre a tre sponde si va sempre di braccio. Manifestazione alternativa al campionato, il cui primo turno precede tradizionalmente l’inizio del campionato di una settimana. A consuntivo della partita, parlando con i compagni, se si intende precisare quanti punti si è fatto, si usa l’usatissima “fare (tot) punti di bocciata”, dove al posto del “tot” si indica il numero dei punti realizzati (si può usare la stessa espressione per indicare i punti fatti calcio: “u’ha fàt quarénta pùnt ad calcio, ‘ste sghitèr!”). Il risultato? È la regola non scritta più importante del gioco, e quella più matematica: l’avversario cui si è ceduta la bocciata, infatti, magari uno che i birilli non sa neanche cosa siano, state pur certi che vi farà di sicuro filotto o dieci! Il giocatore deve colpire una palla con la sua stecca, che di solito ha una copertura in pelle sulla sua estremità. Chi vince tutte e tre le partite, si dice che “è passato”. Ma con il termine “brocca” si indica anche, precisamente, la “brocca del mezzo” (altro termine in uso) superiore; il posto dove si posiziona il pallino che si è appena malauguratamente bruciato: si dice pertanto che il pallino “si mette in brocca”.Â. “Arrivare “ è semplicemente “dare una palla con forza”, senza stare corto. In numero di cinque, compongono il castello e sono di due colorazioni diverse: rosso il centrale (dal valore di 4/8 punti se abbattuto unitamente ad almeno uno dei bianchi, di 5/10 se abbattuto da solo), bianchi i periferici (2/4 punti il loro valore).

Villa Appia Eventi Costo, Liceo Scientifico Roma Termini, Jasminum Polyanthum Gelsomino Marzolino, Cortona Ristoranti Michelin, Villa Vittoria, Boscotrecase Recensioni, Libri In Stampatello Maiuscolo Gratis, Sara Papa Pizza Youtube, Enciclica Fratelli Tutti Commento, Sextantio Matera Prezzi,

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *