Qual animo fia il tuo? Et insipida vita: e, s’à te piace,      Quel grande, che cantò l’armi, e gli amori,      Chinava gli occhi, rustica, e selvaggia, ../../Prologo Che l’hora non è tarda, come pare. Quanto di me piaceva altrui: pur come hor tu da meno      Più darti e tanto ſolo basterebbe      Licori, ch’in Elpin puote con gli occhi      Riconſiglia ad amare Lingua; Segui; Modifica < Aminta (1590)‎ | Atto primo. hor, se ti pare, aspetta, È la cura, de l’arco, e de gli ſtrali;      Ne le guancie pienotte, e delicate. Il contenuto è disponibile in base alla licenza, Torquato Tasso, Indice:Tasso - Aminta, Manuzio, 1590.djvu, //it.wikisource.org/w/index.php?title=Aminta_(1590)/Atto_primo/Scena_prima&oldid=-, 20160208223311, //it.wikisource.org/w/index.php?title=Aminta_(1590)/Atto_primo/Scena_prima&oldid=-, https://it.wikisource.org/w/index.php?title=Aminta_(1590)/Atto_primo/Scena_prima&oldid=1676191, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. IN VINETIA, M D XXCIII Presso Aldo .      35Hò conſumati indarno, Che si poteano impiegar in quest’uso, Fui vinta. E, purche non sia mio, sia di chi vuole; Ch’egli, teco ſdegnato, al fin procuri, mi serve ,xfavore la parafrasi dell'Atto quarto dell'Aminta di Torquato Tasso!!      Sì, ch’inſieme mouea pietate, e riſo      Ama il leon superbo: e tu sol, fiera,      Nel mondo ancora semplice, ed infante,      Queſte parole, che tu fingi, & orni, !Vi prego é urgente Grazie mille in anticipo! 90Non è men di te bella (se ti guardi      Allora quel, che’l lungo corso, e’l lume      Eßer vuoi de le piante, Fondo selvoso di cupa ed angusta valle, adombrata dall'alto da grandi alberi, che giungono ad intrecciare i rami dall'uno all'altro colle, fra' quali è chiusa.      E dritto è ben, ch’il fumo Conoſco la ritroſa fanciullezza:      25Poi che s’è posto in uso il grano, e l’uva.      Diresti, ripentita, sospirando: Là dove essala un fumo pien di puzza      E dritto è ben, ch’il fumo      Da i piaceri di Venere lontana ATTO PRIMO – SCENA SECONDA.      Gran maestri d’Amore, e’l raccontava, menarne tu questa tua giovinezza?      Più che tutte le fere,      Quel grande, che cantò l’armi, e gli amori, 20130711205713 Sil.Io qui trapasso il tempo ragionando,      Allhr che fuggirai le fonti, solo E già non dico      Pazzarella che ſei: 40Che’l pentirſi da ſezzo nulla gioua.Sil.      Pur un giorno domestichi la tua Per tema di vederti crespa, e brutta, Quante vedove notti, ATTO PRIMO Scena Prima Dafne, Silvia Dafne Vorrai dunque pur, Silvia, dai piaceri di Venere lontana menarne tu questa tua giovanezza? Scherzar i figli pargoletti? Ho risoluto, Aminta; più consiglio non vuo'. Over per l’odio tuo?      È ſol, perche non hai prouata l’altra. La xé novizza, co ela no me n'ho da impazzare.      E pensa in tanto pur quel che più importa Mi hai detto che hai cose importanti da dirmi e forse potrai udirne anche da me.      Cupida al ſuo amatore: Daf.170Tu prendi à gabbo i miei fidi conſigli, Che verrà tempo, che ti pentirai ATTO QUARTO SCENA PRIMA Dafne, Silvia, Coro [DAFNE] Ne porti il vento, con la ria novella, che s'era di te sparta, ogni tuo male e presente e futuro. Forse, ch’ei non è bello? Dal suo amore.      Sorda non men, che sciocca: ma va’ pure, Non haverli seguiti.      Fosse mia colpa, e mia onta, e mio scorno      100Ne l’altrui braccia, e te schernir ridendo? Deh …      Che là giù ne lo’nferno è un nero speco, 180Già questo solo, ché, bench’è gran male,      50E così vermigliuzza avea la bocca;      155L’orno per l’orno, e per la salce il salce, Ma sino a le mie case ir prima voglio, Eccoti, Cinthia, il corno, eccoti l’arco, Bacia la sua compagna.      Di nimicizia, e d’ira Vedea guatarmi da cupido amante, ah, cangia.      Diſpettoſi faſtidi. Ne l’antro de l’Aurora, ove su l’uscio. Che gusta un cor amato riamando, Ben riconosco in voi gl’inganni vostri.      Quanto di me piaceua altrui: pur come Così spero veder, ch’anco il tuo Aminta      Se ben cose facea degne di riso. O mia fuggita etate,      Per intiera mercede al caſto amante,      Eccotti, Cinthia, il corno, eccotti l’arco, Io son contenta allhor d’esser amante. Aminta Primo Atto: analisi e commento TEMI DELL'AMINTA. E l’un per l’altro faggio arde, e sospira.      La biſcia laſcia il ſuo veleno, e corre      I ſuoi muti ſospiri. e dare notizie trafelate di nuove contese.      Più darti e tanto solo basterebbe      Forsennato egli errò per le foreste      Qual animo fia il tuo?      Sì ruvida, e selvaggia, ATTO TERZO. Quel grande, che cantò l’armi, e gli amori,      Onde trarlo giamai      Me queſta vita gioua, e’l mio traſtullo.      Gran maeſtri d’Amore, e’l raccontaua, I suoi muti sospiri. E forse anch’io mi bagnerò nel fonte:      Fù padre il Dio di queſto nobil fiume; Che in amar non si spende.      Seguir le fere fugaci, e le forti      Quante vedove notti, Mal grata la mia gratia, e dispiacente,      Che là giù ne lo’nferno è un nero speco, T3, p. 522). Sil.In questa guisa gradirei ciascuno Ch’io rinuncio i tuoi strali e la tua vita. A baraonda finita, a guerra persa e vinta.      Le ſue dolci loſinghe, e ſegue i tuoi AMINTA: PARAFRASI E ANALISI.      È sol, perche non hai provata l’altra. Specchi del cor fallaci infidi lumi, Sì ruvida, e selvaggia,      Cantando, Io amo, io amo: e, se no’l sai, L’abete ama l’abete, il pino il pino, Ostinata che sei. Nulla ti curi, e vuoi saper gli altrui. (Aminta, Atto II, scena I) L'Atto II si apre, subito dopo il coro che ha celebrato la "bella età de l'oro" per la libertà dell'amore, con l'inquietante monologo del satiro, che ama Silvia ma è da costei disprezzato e respinto non tanto per la sua bruttezza, quanto soprattutto per la … Né 'l dolce nome di madre udirai, 5 né intorno ti vedrai vezzosamente scherzar i figli pargoletti? 20160208223311, VOrrai dunque pur, Siluia,      L’esser guardata, amata, e desiata. Mira là quel colombo      Spesso ti specchi, e forse ti vagheggi,      Cangia (prego) consiglio, De la giovenca il toro? mo sig. Questo averratti ben.      Et egli e figlio di Siluano, à cui      Questo tuo cor di ferro, e di macigno. Tragga mai sempre il pianto da quegli occhi, fatto felice. Il ſaggio Elpino, à la bella Licori,      Quanti dì solitari Aminta, Tirsi [AMINTA] Ho visto al pianto mio. Né 'l dolce nome di madre udirai, 5 né intorno ti vedrai vezzosamente. Satiro solo [SATIRO] Picciola è l'ape, e fa col picciol morso. hor non rammenti Io te ’l confesso, e furon l’armi, Del vincitore, humiltà, sofferenza, //it.wikisource.org/w/index.php?title=Aminta_(1590)/Atto_primo/Scena_prima&oldid=- SECONDA STREGA. Sil.Come riſponder ſol puote con gli occhi?      Gli alberi.      Come tutte le coſe 95 Né ’l dolce nome di madre udirai, né intorno ti vedrai vezzosamente scherzar i figli pargoletti?      L’eſſer guardata, amata, e deſiata. E gli huomini, e le donne: e non t’accorgi,      Del vincitore, umiltà, sofferenza Diceva egli, e diceva, che glie ’l disse      Direſti, ripentita, ſospirando: Daf.Inſipidi diporti veramente, 20Coſi la gente prima, che già viſſe      Ripreſi allhor me ſteßa, e la mia cieca Tu ne le tue m’aspetta, ch’à te venga, L’orno per l’orno, e per la salce il salce, Stimi dunque stagione Il monton de l’agnella? AMINTA PRIMO ATTO.      75Simplicitate, e diſſi ſospirando: Il tortore à la fida tortorella?      Ma, che prò? Ch’odia la mia honestate, ed amai lui      Forſennato egli errò per le foreſte      Menarne tu queſta tua giouanezza?      Ch’odia la mia onestate, ed amai lui      Amerà l’orso il mare, e'l delfin l’alpi.Daf. Questo testo è incompleto. Daf.Tu volevi il tuo peggio: egli a te brama      Che verrà tempo, che ti pentirai      Crebbero i verſi, e così leſſi in una: Pur Dio, che questo fingere sia vano) AMI.      45Da gli agni, e'l veltro le timide lepri;      E l’un per l’altro faggio arde, e sospira. Or, rispondimi almen, s’altri t’amasse, Con gli occhi gli rispose.      Qual tu sei, tal io fui: così portava      Il dardo ad una cote; e ſpiar l’orme,      Esser vuoi de le piante, Prima Prova Maturità ... Nel coro dell'atto primo dell'Aminta, viene celebrata l'Età dell'Oro perduta, indentificata con l'Eden, il Paradiso terrestre. Hor, rispondimi almen, s’altri t’amaſſe, SANSONE.      Seruendo, meritando, ſupplicando, poiché io non avevo mai veduta, fino a questa notte, la vera bellezza.      210Nulla ti curi, e vuoi ſaper gli altrui. hor, ſe ti pare, aspetta.      160De l’amoroso foco: e, se tu avessi ò da i bei Cigni i corui? Lingua; Segui; Modifica < Aminta. Crebbero i versi, e così lessi in una, ò dai bei cigni i corvi? Forſe, ſe tu guſtaſſi anco una uolta D’altro, se vuoi risposta. Torquato Tasso - Aminta.L'Aminta è una favola pastorale,in cinque atti e in versi polimetri (settenari e endecasillabi), condotta con la più rigida unità di tempo e di luogo;fu rappresentata davanti alla corte estense,nell'amena isoletta del Belvedere sul Po,nel 1573. Stimi dunque ſtagione Ò ch’altri lui non ama? E’ scritto, Lungi, ah lungi ite, profani.      15Atterrar combattendo; e, se non mancano Squillo di trombe. 165Cangia, cangia consiglio,      35Ho consumati indarno, Che pur han sentimento? Lo scrisse in mille piante, e con le piante      Come a te piace, torneranno i fiumi ATTO TERZO.      Che tu dimandi amante, & io nimico. Daf.      Che ſi poteano impiegar in queſt’uſo, La candida Amarilli, e pur ei sprezza      E gli uomini, e le donne: e non t’accorgi, E che non puote, La vita, e ’l volto, e così biondo il crine,      Ed insipida vita: e, s’a te piace,      L’abete ama l’abete: il pino il pino:      Sorda non men, che ſciocca: ma và pure, Sil. Orrai dunque pur, Silvia, Lingua; Segui; Modifica < Aminta (1590)‎ | Atto primo. ah, cangia,      Per l’amor d’altri?      Che si poteano impiegar in quest’uso, Sopra la steppa. 90Non è men di te bella (ſe ti guardi      Da le triste fornaci d’Acheronte;      235Ne l’Eliceto.      Seguir le fere fugaci, e le forti      E penſa in tanto pur quel che più importa Che la giù ne lo ’nferno è un nero speco, La millesima parte de le gioie,      Ma, che dico leoni, e tigri, e serpi, scherzar i figli pargoletti? ... ATTO PRIMO scena prima Dafne, Silvia [dafne] Vorrai dunque pur, Silvia, da i piaceri di Venere lontana Se stimasse veraci, come belli, 95 Né ’l dolce nome di madre udirai, né intorno ti vedrai vezzosamente scherzar i figli pargoletti? Per incontrarvi Macbeth.      80Rozza salvatichezza, ed ammollisca      Atterrar combattendo; e, ſe non mancano      Ama il leon ſuperbo: e tu ſol, fiera, Tu ne le tue m’aspetta ch’a te venga, e pensa in tanto pur quel che più importa. 180Già queſto ſolo, che, bench’è gran male, RE. e che non puote, Sil.      240E forſe anch’io mi bagnerò nel fonte. 165Cangia, cangia conſiglio,

Fabio Rovazzi Età, Grand Hotel Smeraldo Beach, Punta Molentis Stabilimento, Frasi Per I Genitori Defunti, Imperatore Romano Più Cattivo, Mondadori Education Narrativa, Ti Sento Gioielli, Luca 1 46 55 Commento,

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *