È pertanto evidente che il loro significato debba essere leggermente diverso. Sappiamo per certo che verso il 1540, periodo di stesura del manoscritto noto come l’Anonimo Magliabechiano, conservato alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, il dipinto era ancora conservato in casa Doni: nel testo dell’anonimo si legge infatti di un “tondo di Nostra Donna in casa Agnolo Doni”. Michelangelo Buonarroti Sacra famiglia con San Giovannino (Tondo Doni). The Doni Tondo exemplifies a lot of the signature techniques Michelangelo put here and later in his larger pieces ad it is known to be the only time that Michelangelo painted without an assistant. Inizialmente si pensava fosse stato dipinto in occasione del matrimonio tra Agnolo Doni e Maddalena Strozzi, celebrato nel 1504 (nell ricca cornice eseguita dall’intagliatore Francesco del Tasso, che è ancora quella originaria, figurano infatti le tre mezzelune dello stemma della famiglia Strozzi), ma negli anni Novanta si è invece diffusa la convinzione secondo la quale l’opera, con tutta probabilità, dovette esser stata commissionata per celebrare la nascita della figlia primogenita della coppia, Maria, avvenuta l’8 settembre 1507. Correct! Credit Finestre sull’Arte, Uffizi, nuovo allestimento della Sala 41 (2018 - ). iL TONDO DONI. La lettura più frequente ch’è stata data per i pastori che compaiono dietro Gesù e Maria nella tavola di Signorelli vuole che la loro presenza sia simbolo dell’umanità ante legem, ovvero prima che Dio dettasse a Mosè le tavole della Legge (un’interpretazione che sembrerebbe esser confortata anche dalla presenza delle rovine alle loro spalle, che alluderebbero ai templi degli dèi pagani), mentre Gesù, a contrasto, diverrebbe simbolo dell’età della grazia. E’ un’opera quindi molto importante, anche perché è uno dei pochi esempi della pittura di Michelangelo, a parte i maestosi affreschi presenti a Roma nella Cappella Sistina. È l’unica opera su supporto mobile che si possa assegnare con certezza a Michelangelo Buonarroti (Caprese, 1475 - Roma, 1564): è il Tondo Doni, il capolavoro conservato alla Galleria degli Uffizi e nato per volontà di uno dei più ricchi mercanti fiorentini d’inizio Cinquecento, Agnolo Doni, che nel 1504 aveva preso in moglie Maddalena Strozzi, anch’ella esponente di una delle famiglie più in vista della Firenze del tempo. Correct! Gli autori di questo articolo: Federico Giannini e Ilaria Baratta. I. IDENTIFICACIÓN. Miguel Ángel. Principale fonte di ispirazione per il Manierismo del Cinquecento, raffigura la Sacra Famiglia con vicino San Giovannino su uno sfondo di nudi, ed esprime al meglio la rappresentazione scultorea volumetrica che contraddistingue l’arte pittorica michelangiolesca. Michelangelo dà l’avvio alla maniera moderna per la cromia e per la postura (contorta, ad incastro nella piramide). Secondo Vasari è dunque Maria che porge il Bambino a san Giuseppe, mentre secondo gli storici dell’arte moderni è vero l’esatto contrario (anche per il fatto che ci si aspetterebbe che il piccolo rivolga lo sguardo alla destinazione piuttosto che verso la partenza): una possibile allusione simbolica all’unione tra Cristo e la sua Chiesa, simboleggiata dalla Madonna. Il tondo Doni. La tomba di Giulio II. Now in the Uffizi in Florence, Italy, and still in its original frame, the painting was probably commissioned by Agnolo Doni to commemorate his marriage to Maddalena Strozzi, the daughter of a powerful Tuscan family. Il chiaroscuro, seppur non drammatico, crea una muscolatura ben definita e morbidamente volumetrica sui corpi delle figure. Il Tondo Doni di Michelangelo raffigura La sacra famiglia. Il primo dei nudi classici, invece, parrebbe ripreso in maniera quasi pedissequa dall’Apollo seduto oggi agli Uffizi, marmo romano del I secolo dopo Cristo che replica un originale ellenistico del III o II secolo avanti Cristo. Venne commissionato da Agnolo Doni, un ricco banchiere che richiese specificatamente la realizzazione di un’opera avente per soggetto la Sacra Famiglia in tondo (tema in voga in quegli anni). All’epoca, alla scomparsa precoce dei neonati si accompagnava la preoccupazione per la sorte della loro anima, nel caso fossero morti prima d’essere battezzati. 92. La. E ancora: nel 1985, sempre Antonio Natali ipotizzò che il capo della Vergine fosse da mettere in relazione con una testa marmorea anch’essa di età ellenistica. Inoltre, l’aretino non menziona la presenza del piccolo san Giovanni Battista, che vediamo sulla destra, in secondo piano. Quadri classici e rinascimentali su Shopart con Vernice effetto Pennellate a … Entrando nella sala degli Uffizi dedicata a Michelangelo e agli artisti fiorentini del ‘500 noterai subito un curioso dipinto circolare che raffigura la Sacra Famiglia con san Giovannino, meglio noto come Tondo Doni. Tondo Doni (1504–1506), Michelangelo Buonarroti, Galleria degli Uffizi. Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte. Tondo Doni di Michelangelo Questa Sacra Famiglia risale al periodo in cui Michelangelo fece ritorno a Firenze dopo il primo soggiorno romano, quello stesso periodo quindi in … Non sappiamo però in quali circostanze sia stato realizzato. La storiografia artistica fino al 20° secolo. Il tondo Taddei. Evenienza che ci porterebbe anche a supporre che questi bambini non sopravvissero abbastanza a lungo per essere battezzati. En una fecha tan temprana (1504) esta extraordinaria pintura de Miguel Ángel ya estaba poniendo los cimientos para lo que será el futuro manierismo, alejándose por completo de las pinturas contemporáneas de Leonardo o Rafael. La rivoluzione è accaduta per mano di Eike Schmidt (alla guida della galleria dal 2015), che gli ha donato e creato una collocazione sontuosa e radiosa. The contrast between the brighter and more hushed colours in the painting is extraordinary. Michelangelo Sacra famiglia con san Giovannino. D’una certa attenzione è meritevole anche un’ulteriore interpretazione, di Antonio Natali, che fa riferimento ai testi del Nuovo Testamento, e in particolare alla lettera di san Paolo agli Efesini, nella quale il santo si rivolge a quanti un tempo furono pagani e, a seguito della conversione, hanno abbracciato Gesù Cristo, evidenziando che “voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli edei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Gesù Cristo. Tondo Doni. Il nostro sito è una guida scritta da un team di persone che amano Firenze e l'arte; non è il sito ufficiale della Galleria degli Uffizi. Queste note comunque non sono indirizzate all'esaltazione dell'opera, già abbondantemente e sapientemente disquisita, piuttosto al pensiero dell'uomo con le sue riflessioni ed i suoi pentimenti. 120. Limiti del Tondo Doni ArteE'pensiero con Carlo Vighi e Monica Daccò Capolavoro assoluto con sfoggio di alta maestria, l'umanità ringrazia per il dono prezioso d'incomparabile bellezza. Il Tondo Doni di Michelangelo è conservato nella sala 35 di Michelangelo. Le figure di Maria, Giuseppe ed il Bambino, sono raggruppate in un unico volume centrale in cui la rotazione della Madonna conferisce uno sviluppo a spirale del gruppo. Il Tondo Doni o Sacra Famiglia, è una tempera su tavola che Michelangelo ha dipinto nel 1504. Giornate gratuite per tutti in questi giorni del 2019 »February 23, 2019, Un Ferragosto con l’arte »August 10, 2017. Da notare anche la splendida cornice di legno intarsiata, disegnata forse dallo stesso Michelangelo. Tondo Doni. CURIOSITÀ: Appena ebbe finito il tondo, Michelangelo lo mandò al suo committente Doni, chiedendo un prezzo di 70 ducati. La riscoperta per la cornice, peraltro, fugò tutti i dubbî in merito alla destinazione privata dell’opera, e riaccese l’interesse della critica nei confronti del Tondo Doni. Il Tondo Doni (Galleria Uffizi, Firenze), il Tondo Pitti (Museo del Bargello, Firenze) e nel 1501 crea la sua scultura più celebre il David (Museo dell'Accademia, Firenze). Dietro alla Sacra Famiglia (protagonisti del dipinto sono infatti la Vergine, san Giuseppe e Gesù Bambino) compaiono dei nudi classici (sul cui significato si tornerà tra poco): uno di questi, quello che vediamo subito a fianco della spalla di san Giuseppe, sembrerebbe citare in maniera pressoché letterale il celeberrimo gruppo scultoreo del Laocoonte, lo straordinario marmo romano copia d’un originale ellenistico che oggi è conservato ai Musei Vaticani e che fu rinvenuto in un campo a Roma nel gennaio del 1506. manierismo Il complesso di esperienze artistiche elaborate tra il secondo e l’ultimo decennio del 16° sec. 88. Non siamo il sito ufficiale né in alcun modo connessi direttamente alla Galleria degli Uffizi.Biglietti e Tour sono venduti da tour operator esterni. Le Basi del Manierismo Dal punto di vista artistico, il Tondo Doni getterà le basi del cosiddetto Manierismo, quella corrente pittorica che preferiva forme bizzarre, pose innaturali e colori cangianti rispetto alla pittura composta ed equilibrata del Quattrocento. E basterebbe confrontare le pieghe delle vesti con quelle della Pietà di San Pietro, di poco precedente, per vedere la stretta parentela: uguale intensità plastica, uguale indipendenza dal colore. Vasari racconta dunque che Doni, per avere il suo tondo, non poté far altro che sborsare l’enorme somma richiesta da Michelangelo. William Page, a fine Ottocento, pensò si trattassero di angeli senz’ali, interpretazione poi seguita da altri anche nel Novecento inoltrato. Dove Michele Agnolo fa conoscere, nello svoltare della testa della madre di Cristo e nel tenere gli occhi fissi nella somma bellezza del Figliuolo, la maravigliosa sua contentezza e lo affetto del farne parte a quel santissimo vecchio. Quale di queste opere non fa parte del soggiorno romano? Statue a cui Michelangelo seppe guardare per produrre opere in grado non soltanto di rivaleggiare con l’antico (si pensi che, all’epoca, la perfezione della statuaria classica era modello a cui aspirare), ma anche di rivelarsi migliori di quanto greci e romani avevano saputo creare. È florilegio di citazioni dalla scultura antica: Vasari vi … Nella storiografia artistica il termine appare per la prima volta nel 18° sec. 1. ... manierismo. Formato: 120 cm de diámetro. Il Tondo Doni è un dipinto di Michelangelo su tavola circolare e realizzato tramite l'impiego della tempera grassa su tavola. Michelangelo - Tondo Doni - Analisi Il Tondo Doni o Sacra Famiglia, è una tempera su tavola che Michelangelo ha dipinto nel 1504. Questa Sacra Famiglia risale al periodo in cui Michelangelo fece ritorno a Firenze dopo il primo soggiorno romano, quello stesso periodo quindi in cui il grande artista scolpì il celebre David. Giornate gratuite per tutti in questi giorni del 2019 ». Not the Official Site for Uffizi - A Guide to the Uffizi Gallery by locals that love art. Michelangelo – Tondo Doni Autore wp_228671 Pubblicato il 5 Giugno, 2020 Categorie Michelangelo Lascia un commento su Michelangelo – Tondo Doni Michelangelo – David Credit Finestre sull’Arte. 90. Nel corso del diciassettesimo secolo, il dipinto fu smontato dalla cornice di Francesco del Tasso per essere montato su di una cornice rettangolare più in accordo con il gusto dell’epoca: solo nel 1902 il Tondo Doni fu riunito alla sua cornice originaria, che era in deposito presso la Galleria degli Uffizi. Dimensioni: 120 x 120 cm. Considerato un artista geniale, la sua autorità nella storia dell’arte rimane ancora oggi indiscussa. This website uses cookies to improve your experience. Ritratto dei Duchi di Urbino di Piero della Francesca, Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano, Annunciazione di Simone Martini e Lippo Memmi, Pala di Santa Lucia de’ Magnoli di Veneziano, Madonna col Bambino e Due Angeli di Filippo Lippi, Giuditta che decapita Oloferne di Artemisia Gentileschi. SACRA FAMIGLIA – TONDO DONI (1507) Michelangelo (1475 – 1564) Galleria degli Uffizi – Firenze Tavola Ø cm. Sulla base di tale presupposto, sono state fornite letture simili anche per il Tondo Doni: i nudi rappresenterebbero l’umanità ante legem, Maria e Giuseppe l’umanità sub lege (quindi dopo la Legge di Mosè), e Gesù Bambino il mondo sub gratia, ovvero dalla rivelazione di Cristo in poi, con san Giovannino, che sbuca di fianco ai protagonisti, a rappresentare la connessione tra il mondo pagano e il mondo cristiano (questo almeno secondo la famosa lettura di Charles de Tolnay per il quale tuttavia, è necessario ricordare per ragioni di completezza, i pastori di Signorelli non sarebbero stati personaggi antichi, bensì i pastori del Nuovo Testamento: ipotesi però scartata da molti altri critici). Il gruppo dei tre protagonisti si sviluppa in senso piramidale, secondo modalità che non appaiono così distanti da quelle che talvolta sperimentò Leonardo da Vinci e che caratterizzarono diverse sue composizioni, mentre il movimento a spirale innescato dalle loro torsioni scaturisce anch’esso dall’ammirazione che Michelangelo nutriva nei confronti dell’arte ellenistica. Questo sito è una guida scritta da un team di persone che amano Firenze e l'arte! Il Tondo Doni, peraltro, sviluppa ulteriormente un percorso su questo formato che Michelangelo aveva da alcuni anni avviato in scultura, realizzando capolavori in marmo come il Tondo Pitti o il Tondo Taddei: negli anni Ottanta, lo studioso Roberto Salvini, che fu anche direttore degli Uffizi, rilevò come i tre “tondi” fossero frutto di un confronto con l’arte di Leonardo da Vinci che lo portò a una maggior presa di coscienza del problema dell’inserimento delle figure nello spazio, lui che invece prima, scriveva Salvini, aveva “rifiutato la concezione prospettica dello spazio” giungendo al contrario a una “esaltazione della solitudine delle immagini umane, drammaticamente proiettate in un primo piano senza sfondo”. Fu commissionato dal ricco banchiere Agnolo Doni, probabilmente in occasione del suo matrimonio con Maddalena, appartenente all’importantissima famiglia degli Strozzi. Per introdurre il significato del Tondo Doni è intanto opportuno chiarire che l’idea d’inserire alcuni nudi classici dietro la Sacra Famiglia non è originale: l’idea di Michelangelo ha qualche debito nei confronti della Madonna dell’umiltà (o Madonna Medici) di Luca Signorelli (Cortona, 1450 circa - 1523), anch’essa conservata agli Uffizi, dove i due protagonisti, la Madonna e il Bambino, appaiono in primo piano mentre dietro di loro si scorgono quattro pastorelli ignudi sullo sfondo d’un paesaggio aperto (probabilmente Michelangelo conobbe l’opera, realizzata in ambito mediceo, durante la sua frequentazione del Giardino di San Marco). Project by Web Promoter - P.IVA/C.F. Il Tondo Doni di Michelangelo: origini e significato di uno dei più grandi capolavori della storia dell'arte, La Maddalena di Antonio Canova: dalla velocità del pensiero all’eleganza formale, Sant’Andrea a Vercelli: primo luogo d’incontro tra romanico lombardo e gotico francese, Dal Guercino agli apparati scultorei medievali: i tesori della Cattedrale di Piacenza, La scoperta del Titulus Crucis e le reazioni nell'arte: Michelangelo e Signorelli, Uno straordinario episodio d'arte francescana a Siena: il ciclo di Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Il Maradona dei Quartieri Spagnoli. Wrong! Le braccia della Madonna inoltte sono modellate potentemente e ricordano quelle di un giovane, soprattutto il suo braccio sinistro flesso verso il bambino. Michelangelo morì a una età molto avanzata. Il grande storico dell’arte Cesare Brandi ha offerto con icastica precisione una spiegazione della scelta di queste tonalità da parte di Michelangelo: “è chiaro che Michelangelo ha inteso neutralizzare il colore per concentrare la forza della espressione spaziale, con una plastica nitida come è nitida una scultura. Il quale con pari amore, tenerezza e reverenzia lo piglia, come benissimo si scorge nel volto suo, senza molto considerarlo. Cristianesimo e paganesimo, antichità e modernità, pittura e scultura si fondono in quest’opera datata 1506- 1508. Il Tondo Doni (Galleria Uffizi, Firenze), il Tondo Pitti (Museo del Bargello, Firenze) e nel 1501 crea la sua scultura più celebre il David (Museo dell'Accademia, Firenze). Tondo Doni, Michelangelo Galleria degli Uffizi 10 opere da non perdere: la Vergine di Ognissanti. Madonna della scala. In un tondo dotato ancora della splendida cornice originale scolpita, è rappresentata in primo piano al centro la SACRA FAMIGLIA e sul fondo, a destra, dietro la balaustra, San Giovannino. Michelangelo nacque il 6 marzo 1475 a Caprese, in Valtiberina, vicino ad Arezzo, da Ludovico di Leonardo Buonarroti Simoni, podestà al Castello di Chiusi e di Caprese, e Francesca di Neri del Miniato del Sera.La famiglia era fiorentina, ma il padre si trovava nella cittadina per ricoprire la carica politica di podestà.Michelangelo era il secondogenito, su un totale di cinque figli della coppia. Wrong! Tondo Doni. Quanti anni aveva? E anche se la celeberrima tavola michelangiolesca conobbe alcuni periodi di sfortuna critica, non v’è più dubbio, almeno a partire dal primo Novecento, che rappresenti, al contrario, uno dei testi più alti di tutta la storia dell’arte: Cesare Brandi, addirittura, scrisse che “non c’è forse pittura al mondo più alta e pregnante del Tondo Doni di Michelangiolo”. Si pensi solo a uno dei vertici della produzione di Raffaello, la Deposizione Borghese, scomparto centrale della smembrata Pala Baglioni. È stato poi individuato un ulteriore dettaglio che concorre a sostenere l’ipotesi di una datazione del Tondo Doni successiva al 1506. Data di realizzazione: 1503-1504. Ossia questi colori non hanno valore in sé, ma solo subordinatamente alla forma su cui affiorano”. Tondo Doni (1504–1506), Michelangelo Buonarroti, Galleria degli Uffizi. L'opera fu collocata all'ingresso di Palazzo Vecchio, poi spostata all'interno del Museo (attualmente all'esterno di Palazzo Vecchio è presente una una copia). Sul corpo di Gesù Bambino si notano poi tracce di muscolatura adulta. Vasari riferisce anche la trattativa sul pagamento: dato il suo carattere un po’ comico e quasi grottesco (e sicuramente molto caricato) appare del tutto lecito domandarsi quanto l’aneddoto possa essere veritiero. Il Buonarroti è infatti, a suo avviso, l’artista che detenne il primato in tutte le tre arti principali (pittura, scultura e architettura). È l’unico dipinto del grande artista presente a Firenze. Michelangelo Buonarroti è uno scultore, pittore e architetto del Rinascimento italiano. Doni ritenne eccessivamente esoso il prezzo richiesto da Michelangelo, e gli offrì quaranta ducati: Michelangelo, sdegnato, avrebbe rifiutato, e ne avrebbe chiesti a questo punto ben cento. Ci sono almeno un paio di episodi che testimoniano il fatto che Buonarroti non aveva un buon carattere. 2. Ph. Di certo, in quest’opera Michelangelo esprime un nuovo linguaggio visivo che si allontana dalle forme serene ed equilibrate del ‘400 e pone le basi per il successivo Manierismo. Secondo Natali il Tondo Doni è probabilmente un’illustrazione di questo passo: la nudità dei giovani sullo sfondo rappresenta la liberazione dal peccato, e il muro cui s’appoggiano sarebbe simbolo di quel “tempio Santo” che ognuno di loro concorre a formare e che allude alla Chiesa di Cristo. Stampa su Tela Canvas, Poster e Stampa su Tavola. “Costui”, leggiamo sempre nel proemio, “supera e vince non solamente tutti costoro, ch’hanno quasi che vinto già la natura, ma quelli stessi famosissimi antichi, che sì lodatamente fuor d’ogni dubbio la superarono: et unico si trionfa di quegli, di questi e di lei, non imaginandosi appena quella cosa alcuna sì strana e tanto difficile, ch’egli con la virtù del divinissimo ingegno suo, mediante l’industria, il disegno, l’arte, il giudizio e la grazia, di gran lunga non la trapassi”. Ma il banchiere ne offrì 40. Ci sono almeno un paio di episodi che testimoniano il fatto che Buonarroti non aveva un buon carattere. 86. La studiosa ipotizza dunque che i nudi potrebbero essere i non battezzati risorti, anche per il fatto che la bellezza e la nudità sono due caratteristiche collegate al tema della resurrezione. Michelangelo dà l’avvio alla maniera moderna per la cromia e per la postura (contorta, ad incastro nella piramide). È florilegio di citazioni dalla scultura antica: Vasari vi riconosce il … Anima Mundi – Tondo Doni è una rivisitazione del celebre Tondo Doni di Michelangelo, ed è stata realizzata utilizzando una reinterpretazione della tecnica rinascimentale dello spolvero. Michelangelo, che aveva da poco allacciato i rapporti con papa Giulio II, fu tra coloro che assistettero allo scavo del Laocoonte: è quindi del tutto lecito immaginare che la statua gli avesse fornito uno spunto importante per il suo dipinto. Michelangelo, Tondo Doni In genere datato al 1504, Matrimonio di Agnolo Doni e Maddalena Strozzi. TONDO DONI DI MICHELANGELO. Il tutto si collegherebbe all’evento della nascita di Maria Doni in quanto è per mezzo del battesimo (che è uno dei temi della lettera di san Paolo) che s’entra nella comunità cristiana. Cronología: hacia 1503. Il mercante acconsentì dunque di pagare i settanta ducati chiesti inizialmente e l’artista, sentendosi preso in giro, rispose facendo sapere a Doni che avrebbe ceduto l’opera soltanto per il doppio del prezzo inizialmente preventivato: centoquaranta ducati. L’ultimo sulla destra, quello con le gambe incrociate, richiama l’Amore con arco oggi esposto nella Tribuna degli Uffizi. L’argomento è il grado dell’evoluzione che, secondo il celebre storico dell’arte e artista aretino, le arti avevano raggiunto prima che sorgessero astri come Leonardo da Vinci, Giorgione, Correggio, Bramante, Raffaello e, ovviamente, Michelangelo. Durante il Rinascimento il tondo era un’opera tipica della committenza privata. Altri ancora fecero riferimento al clima culturale della Firenze di fine Quattrocento vedendo nei nudi un’allegoria dell’amore platonico. Il tondo Doni: Datato intorno al 1503, questo capolavoro di Michelangelo è “ospitato” nella Galleria degli Uffizi, che gli ha dedicato una nuova sala espositiva. Il modellato è ben d… L’opera, a metà Cinquecento, era parte della raccolta del cardinale Pio da Carpi, e sarebbe entrata nelle collezioni medicee solo nel 1574. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. L’allestimento precedente, ideato da Antonio Natali e aperto nel 2012, leggeva invece in altro modo l’evidente rapporto del Tondo Doni con la statuaria classica. Un approfondimento dedicato al Tondo Doni, capolavoro di Michelangelo Buonarroti realizzato tra il 1506 e il 1507 e conservato agli Uffizi. Sullo sfondo un gruppo di giovani nudi richiama un tema classico, come a sottolineare una umanità pagana ancora all’oscuro della dottrina cristiana. Secondo altri, i pastori di Signorelli potrebbero anche essere quelli che nella quarta Egloga di Virgilio annunciano la venuta di un puer, ovvero di un bambino, che porterà una nuova età dell’oro (Cristo, secondo gli esegeti medievali). Al centro della sala era stata posta una scultura raffigurante un’Arianna, e nota anche come Cleopatra sempre per via d’un’errata interpretazione d’epoca rinascimentale: la cosiddetta Cleopatra è citata da Giorgio Vasari nel proemio della terza parte delle sue Vite, nell’edizione giuntina del 1568. Michelangelo Un genio che anticipa l’arte moderna. Né bastando questo a Michele Agnolo per mostrar maggiormente l’arte sua esser grandissima, fece nel campo di questa opera molti ignudi appoggiati, ritti et a sedere; e con tanta diligenzia e pulitezza lavorò questa opera, che certamente delle sue pitture in tavola, ancora che poche siano, è tenuta la piú finita e la piú bella che si truovi”. Conservato nella cornice originale, probabilmente disegnata dallo stesso Michelangelo, è l'unica opera su supporto mobile, certa e compiuta, dell'artista. Per Vasari, la scoperta dell’antico fu all’origine della cosiddetta terza maniera, quella “moderna”, nella quale si sarebbe raggiunto il massimo grado di minuzia e di imitazione della natura. Non a caso questo percorso ideale inizia con un’opera importantissima, per cui questa sala è giustamente famosa: il cosiddetto Tondo Doni o Sacra Famiglia con San Giovannino (1506-1508 circa) di Michelangelo. “Non v’è dubbio infatti”, sottolineava Antonio Natali nel suo studio del 1995, “che l’androgina Vergine Doni appartenga alla medesima stirpe eroica e possente delle Sibille sistine, alle quali Maria s’imparenta anche per via d’una somiglianza fisionomica; quantunque le fattezze di lei, rapportate ai tratti somatici della Delfica e della Libica, appaiono più gentili”.

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